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  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Barrera

    mappa masseria barberaUn paio di chilometri da Masseria Melcarne, in direzione sud est, e si incontra una grande costruzione masserizia, frutto in realtà dell’accorpamento di due torri differenti, una che risale addirittura al 1400, mentre l’altra più tarda è seicentesca. Si tratta di Masseria Barrera, anche questa facente parte del vasto Feudo di San Marco. Era di proprietà di Francesco Prato, di Arnesano, ed era dotata di diverse capanne, locali e terreni dediti al seminativo e alla pastorizia.

    giardino masseria barbera

    La caratteristica di questa torre è che in origine doveva ospitare un frantoio ipogeo, successivamente questi locali sono stati destinati ad altre funzioni. ma hanno restituito delle vasche, di quelle tipiche degli ambienti di lavoro dei frantoiani, che recano incisa una data importante: 1481.

    I turchi erano ancora padroni di Otranto e scorazzavano per tutto il Salento, ed in questa masseria, in qualche modo, la vita ed il lavoro riusciva ad andare avanti. Una piccola pagina di storia nascosta, che restituisce l’immagine di un Salento indomito e sempre vivo.

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano

    fronte masseria barbera

    pozzo masseria barbera

    pozzo masseria barbera

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano
  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Casale Cerrate

    mappa raggiungere masseria cerratePosta a pochissima distanza da Masseria Melcarne (appena 1-2 km, in direzione mare) si estende il meraviglioso complesso di Cerrate, un antico casale medievale che risale alla fine del 1100.

    Svolse il ruolo fondamentale di polo religioso e culturale per tutta la zona fino al 1500. Successivamente fu trasformata in masseria, ma purtroppo nel 1711 subì un violentissimo assalto da parte di predoni turchi, che la ridussero in rovina e fu abbandonata.

    masseria cerrate

    Solo nella seconda metà del 1900 l’edificio fu restaurato dalla Provincia e salvato da una sicura distruzione. Oggi è protetto dal Fondo Ambiente Italiano, che periodicamente lo ristruttura e lo destina a visite per i numerosi turisti.

    In questo insediamento c’erano addirittura due frantoi, uno molto più antico, l’altro è oggi destinato ad accogliere un museo, dentro il quale si possono osservare tutti gli strumenti che i contadini che qui vivevano e lavoravano, usavano nella vita quotidiana.

    Sono state ricostruite le stanze originali, con l’uso cui erano destinate, e questo rende al visitatore l’idea di ciò che era la vita in questo lembo di terra meraviglioso, circondato da olivi, con il mare a due passi.

    Ovviamente, la chiesa romanica è una delle meraviglie dell’arte medievale italiana, e nonostante tutti i rimaneggiamenti, lascia tuttora sbalordito qualunque visitatore.

    Cerrate è la regina di questa terra!

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano

    masseria cerrate lecce

    cerrate masseria

    masseria storica

    masserie lecce

    cerrate

    telaio a cerrate

    frantoio ipogeo cerrate

    frantoio ipogeo cerrate

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano
  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Li Ronzi

    masseria li ronziA circa tre chilometri da Masseria Melcarne, verso il mare, si trova l’insediamento più vicino alla costa, quello forse più rimaneggiato: Masseria Li Ronzi. Infatti, per chi possa vedere qualche foto storica dell’edificio, oggi non lo riconoscerebbe: era dotato di un ponte levatoio ed una scala esterna per l’accesso alla torre.

    Un edificio fortificato, dunque, anche questo, e ne aveva ben ragione, vista la vicinanza con il mare. Una volta faceva parte del Feudo di San Giovanni e fu costruito nel XVI secolo. La sua proprietà consisteva in circa 70 tomoli di terreno seminativo e quasi 400 di macchia, che si estendeva fino alla torre costiera della marina di Rinalda.

    In questa masseria si produceva e si lavorava il lino, infatti si possono ancora scoprire, nascoste nella macchia circostante, le pile dove veniva effettuata questa lavorazione. Lo stato di desolante abbandono in cui versa ora l’edificio-torre hanno fatto perdere la percezione della sua passata grandezza, ma chissà, forse un domani, come è successo a qualche altra masseria vicina, qualcuno, armato di pazienza e possibilità, potrà restituirgli la sua gloria lontana.

    masseria li ronzi

  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Ghietta

    MASSERIA GHIETTADa Masseria Melcarne, percorrendo la strada verso Trepuzzi, dopo un paio di chilometri incontriamo Masseria Ghietta, una delle 16 che una volta facevano parte della cosiddetta Platea di Cerrate. Anche per questo edificio la storia comincia nel XVI secolo. E’ caratterizzato dalla classica e massiccia torre centrale, attorno alla quale si sviluppano i vari ambineti e recinti. La torre era dotata di un ponte levatoio, dal quale si accedava al piano nobile.

    masseria ghietta

    Tutta la struttura era sorvegliata da un sistema di camminamenti che si sviluppava proprio sul corpo di fabbrica centrale. Una volta questa masseria era riportata col nome di Celonisi Grande e nel 1710 entrò in possesso della Regia Corte, per poi essere acquistata dal leccese Angelo Sementi.

    La terra intorno a questa masseria era circondata da olivi, che costituivano la parte principale del lavoro per i suoi contadini. La corte interna, infatti, ospita un grande frantoio ipogeo, attraverso il quale si produceva l’olio da esportazione.

    La masseria era dotata anche di un grande forno, capanne per gli attrezzi e i lavoratori, le “chiusure” ed un giardino per gli alberi da frutto. Oggi, la strada provinciale taglia in due l’insediamento, ma non ha tolto niente al fascino di questa antica dimora di lavoro, che conserva ancora una graziosa chiesetta, purtroppo rimaneggiata dal passare dei secoli e dall’abbanodono.

    Una passeggiata in questo luogo e fra questi campi ritempra lo spirito attraverso la pace dei suoi olivi.

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano

    campanile masseria ghietta

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    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano
  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Rauccio

    mappa MASSERIA RAUCCIOA circa tre chilometri da Masseria Melcarne, in direzione est, verso il mare, si incontra l’antica Masseria Rauccio. Posizionata in un luogo incantevole, immersa nel residuo superstite della primitiva Foresta di Lecce, questa costruzione faceva parte del Feudo di San Marco. Purtroppo, dell’impianto originale resta soltanto la massiccia torre di difesa, costruita su due piani, e la colombaia, classica costruzione cilindrica che tanto spesso si ritrova in questi insediamenti, dediti anche all’allevamento dei colombi.

    In origine pare che intorno al corpo di fabbrica centrale, ci fossero anche altri edifici e delle capanne, ma il tempo non ha conservato nulla di queste strutture. Il territorio circostante non permetteva tanto la coltivazione cerealicola, era piuttosto dedicato al pascolo.

    masseria rauccio

    Qui, infatti, pecore e mucche potevano avere per il loro sostentamento e la produzione masserizia, un grande appezzamento di terra, a metà fra la macchia mediterranea ed il canneto più umido, dove si trovavano le acque sorgive.

    Nei pressi della masseria c’era anche una chiesa che all’epoca doveva essere molto importante, come si intuisce ancora oggi guardando i ruderi superstiti. E’ stata costruita ai primi anni del 1600, ma purtroppo è stata completamente spogliata dal tempo e dall’abbandono. In parte, comunque, questa zona non è stata completamente dimenticata, visto che la torre della masseria è stata data in gestione al WWF, che, approfittando della vicinanza del Bosco di Rauccio, svolge una meritoria opera di sensibilizzazione ambientale per giovani e non solo.

    © 2014 Palcom.it – Riproduzione riservata

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    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano
  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Schiavelle

    mappa masseria schiavelleA circa sette chilometri da Masseria Melcarne, direzione Lecce, nei pressi del centro commerciale di Surbo, si innalza un grande edificio turriforme, attualmente in stato di abbandono, ma ancora molto imponente: Masseria Schiavelle. Nel corso dei secoli ha man mano preso l’aspetto di una dimora signorile, ma se si entra nella corte interna si può notare le mensole che sorreggevano le caditoie, indizio tipico di un edificio fortificato. Il complesso si sviluppa su due piani.

    A piano terra ci sono diversi ambienti, tutti dedicati al ricovero di animali e cavalli. L’ingresso infatti suggerisce l’uso da parte dell’antico proprietario di una carrozza trainata da cavalli.

    masseria schiavelle

    Il piano superiore conta diverse stanze, in alcune delle quali è rimasto l’intonaco originario, e molti caminetti. Durante il 1700 fu costruita una chiesetta, addossata alla parte destra della masseria, di cui purtroppo oggi non rimane niente degli interni, sicuramente trafugati. La facciata era una volta ornata da due nicchie un tempo affrescate e probabilmente contenenti due statue, oggi scomparse. Il lato sinistro della parete dell’edificio contiene diverse nicchie, che forse erano il colombaio della masseria.

    Oggi, la costruzione,e tutti gli ambienti secondari esterni, versa in totale degrado, ma nonostante questo restituisce ancora un fascino tutto suo, quello di un edificio molto diverso, nell’aspetto, dalle classiche masserie che siamo abituati a vedere in questo territorio.

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano

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    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano
  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria San Ligorio

    mappa masseria san ligorioUna decina di chilometri scarsi da Masseria Melcarne, direzione Lecce, e si giunge in un antico casale, di cui si ha traccia nei documenti storici già nel 1300. Oggi è una frazione di Lecce, San Ligorio, una volta un attivissimo e fiorente centro agricolo quasi autosufficente, dotato di ogni cosa. Attorno alla piazzetta centrale si sviluppano i vari locali, la chiesa, e accanto ad essa il palazzo che una volta fu dimora del barone Palmieri. Se si osserva la facciata, infatti, di questa struttura, c’è ancora lo stemma della famiglia che campeggia in alto, ben visibile nonostante i secoli.

    masseria san ligorio

    Di questo insediamento faceva parte anche un’altro edificio turriforme, la “Masseria Alari di dietro“, servita da numerosi locali, stalle per gli animali, e sopratutto da un grandissimo frantoio ipogeo, molto interessante dal punto di vista architettonico, visto che in realtà risulta essere parzialmente scavato solo nella roccia e coperto con le classiche volte della tradizione salentina.

    Oggi, questo spazio è gestito dalla parrocchia di Don Antonio Murrone, che lo dedica ad attività culturali. Un modo come un altro per far continuare a vivere questi luoghi secolari, testimoni della vita e della fatica di questo popolo.

    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano

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    © Riproduzione riservata – Photo: Alessandro Romano

  • Il Salento: la riscoperta delle masserie e la nascita degli agriturismi

    La parabola delle masserie, intese come sistema produttivo agricolo, ha inizio durante l’Umanesimo e prosegue fino ai primi decenni del XX secolo. Successivamente, con il mutamento del contesto socio-economico, e dunque con la progressiva urbanizzazione e industrializzazione, la funzione delle masserie si è indebolita, per poi svanire del tutto, lasciando l’ologramma di strutture architettoniche spesso abbandonate e inutilizzate. Il tempo e l’incuria hanno fatto il resto: per anni le masserie del Salento hanno mostrato il loro volto solitario, corroso dalle intemperie e dai cedimenti.

    salento masserie

    Gli anni 2000 hanno rappresentato linfa vitale per le antiche masserie di campagna: nuove politiche di valorizzazione del territorio e un forte spirito imprenditoriale (legato alla riscoperta delle tradizioni) hanno consentito il recupero di numerosi complessi fortilizi, trasformati da ruderi fantasma in strutture agrituristiche e ricettive.

    Nel Nord Salento, Masseria Melcarne è il primo esempio di agriturismo, inaugurato all’alba del terzo millennio, che tra l’altro ha innescato un effetto domino positivo su tutta l’area circostante. Il connubio tra sapori, storia, ospitalità e cultura ha dato slancio all’intero Salento, risvegliatosi dopo un lungo periodo di torpore. Attraverso una nuova chiave di lettura, la scommessa sulle masserie si è rivelata un’ottima intuizione per lo sviluppo del territorio. Le opere di ristrutturazione sono il primo tassello di un fenomeno di rinascita che ha aperto le porte a turisti, visitatori e amanti del buon cibo.

    Agriturismo Salento

    La scoperta del Salento passa anche da questi luoghi fortificati, dalle torri di avvistamento e difesa, luoghi da vivere, da esplorare… La Puglia ha puntato sui suoi prodotti tipici, sulla cultura agricola anche attraverso i percorsi delle masserie didattiche che svelano i segreti di questa terra, tramandando i saperi e i sapori della tradizione, simbolo di un’identità che conserva intatto il suo fascino.

  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Paladini Piccoli

    mappa MASSERIA PALADINI PICCOLIIl territorio a nord di Lecce è storicamente una zona ad alto tasso di frequentazione fin dall’antichità. Da qui, in epoca romana, passava la strategica Via Traiana, prolungamento della famosa Via Appia, una vera e propria “autostrada” in basolato d’epoca classica, quella che partiva da Roma e giungeva a Brindisi, il porto per eccellenza dell’Impero Romano. Da qui, poi, si snodava il suo prolungamento, che conduceva a Lecce, per poi arrivare fino a Otranto.

    A metà strada fra ogni centro abitato i viaggiatori incontravano stazioni di rifornimento e cambio di cavalli. Proprio nel cuore di questo territorio, a metà strada fra queste due grandi città romane, si estendeva l’immensa Foresta di Lecce, l’antico manto di querce che partiva da Oria e terminava appunto nella zona a nord di Lecce, di cui oggi sopravvive solo qualche albero in località Rauccio. Una terra molto ricca, produttiva, da sempre interessata e votata all’agricoltura e l’allevamento. Qui, fin dal Medioevo, lavorarono a pieno regime un gran numero di masserie, che rappresentavano il granaio di Lecce, e che esportavano i loro prodotti lungo le arterie citate, ma anche lungo un’altra strada carraia, in antichità nota come “dello Carro”, che partendo da questo insieme di centri produttivi, rasentava la costa a circa 2-3 chilometri, attraversava la foresta e correva parallelamente alla litoranea in direzione sud, verso Roca e Otranto.

    torre Masseria Paladini Piccoli
    Una di queste masserie, che purtroppo oggi non versa in buone condizioni, è Masseria Paladini Piccoli. Come quasi tutti gli insediamenti di questa zona, è stata costruita durante il 1500, almeno per quanto riguarda il nucleo originario, costituito da una massiccia torre a due piani, il cuore della Masseria.

    Verso la metà del XVIII secolo apparteneva alla nobile famiglia dei Palmieri, Marchesi di Martignano, che aggiunsero sicuramente altri ambienti, ingrandirono i recinti, e dotarono la corte centrale di una bellissima scalinata monumentale, attraverso la quale si accedava al piano nobile.

    Fino a pochi anni fa era ancora visibile lo stemma della famiglia, poi trafugato con l’abbandono della struttura. Faceva parte del Feudo di San Marco e il suo territorio era coltivato a seminativi e oliveto. Quando cessò il pericolo delle incursioni turche, questa masseria divenne senz’altro una residenza estiva per i Palmieri, che la dotarono di ogni comfort, persino di una torre colombaia, che era il segno distintivo della ricchezza raggiunta dall’insediamento e dell’importanza acquisita in tutto il territorio.

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  • Masserie storiche intorno a Melcarne: Masseria Mosca

    MASSERIA MOSCO mappaA circa sette chilometri da Masseria Melcarne, direzione Lecce, nei pressi dell’ingresso a Trepuzzi dalla supestrada Brindisi-Lecce, si estende la grande Masseria Mosca. Si tratta di un grande complesso edilizio, sorto a metà del 1500, distribuito in tre tronconi, ognuno dei quali dedicato a diverse destinazioni. Era servita da ben due frantoi ipogei, verso i quali confluivano i grandi raccolti degli oliveti che circondano l’insediamento. C’era un grande forno, una cisterna per la raccolta delle acque, stalle, capanne e diverse chiusure olivetate.

    masseria mosco

    Nel 1700 era diventata proprietà dei Padri Gesuiti. Col passare dei secoli, divenne residenza signorile, come dimostrano alcuni particolari architettonici, tipo le volte degli ambienti al piano superiore.

    La masseria aveva anche una chiesetta, situata sulla destra, entrando dall’ingresso principale, ma oggi versa in stato di abbandono. Tutta quell’ala, infatti, risulta la più colpita dai cedimenti strutturali dovuti ai secoli di incuria. In quella zona c’era l’ovile, il fienile e gli ambienti per i contadini.

    Nel complesso, una struttura che si potrebbe ancora recuperare, e che esercita tuttora il suo fascino di classica masseria di questo territoio.

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