Your browser does not support SVG
Abbazia di Cerrate

C’è un antico luogo di culto, nascosto nel verde della “foresta di Lecce”, a un tiro di schioppo da Masseria Melcarne. Un luogo magico, in cui la storia si intreccia con la leggenda, che finalmente tornerà a splendere grazie all’impegno del FAI, Fondo Ambiente Italiano.

L’abbazia di Santa Maria di Cerrate, espressione dell’arte romanica (segnata nel Salento da evidenti impronte bizantine) fu costruita presumibilmente nel primo trentennio del XII secolo d. C., in agro di Squinzano, e rappresentò fino al XVI secolo l’insediamento di una comunità di monaci basiliani.

Sono due le interpretazioni circa l’origine del nome dell’intero casale di Cerrate. Si ritiene che nella zona boschiva in questione, caratterizzata dalla macchia mediterranea, oltre al leccio ci fosse anche il cerro (quercus cerris), una pianta rara nell’area salentina. Al tempo stesso, può essere plausibile che nella foresta si praticasse la caccia ai cervi, dal momento che intorno al 1100 l’Arcivescovo di Brindisi pretendeva la decima su tale attività venatoria. Questa ipotesi, e dunque l’eventuale presenza dei cervi nel Salento, è confortata dai pittogrammi ritrovati nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco e nella raffigurazione di un cervo ferito sul mosaico della cattedrale di Otranto.

Cerrate o Cervate: era questo il nome della zona ancor prima della fondazione dell’abbazia, attribuita al conte normanno Tancredi d’Altavilla, signore di Lecce. Il compito fu facilitato dalla presenza di un banco roccioso dal quale estrarre la pietra e sul quale nacque il monastero, destinato al rito greco. All’epoca, lo racconta la storia, i normanni furono tolleranti rispetto alle pratiche elleniche che si erano profondamente radicate nel Salento, a causa dell’influenza di Bisanzio, e agirono quindi per reciproche utilità, in una sorta di compromesso.

Leggenda vuole, come testimonia uno dei principali dipinti custoditi nell’abbazia, che durante una battuta di caccia, la cerva inseguita dal conte Tancredi si rifugiò in un nascondiglio che svelò un’immagine della Madonna. A quel punto il conte si mise a pregare e dedicò alla Vergine la costruzione di un santuario.

Oggi Cerrate, tesoro da scoprire nei dintorni di Masseria Melcarne, conserva intatto il suo fascino e attraverso un’attenta opera di restauro potrà continuare a sussurrare la sua storia alle generazioni future…

 

2 comments on “I dintorni di Masseria Melcarne… alla scoperta dell’Abbazia di Cerrate”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *